LA STORIA

Il Consorzio Auriga nasce il 28 Gennaio del 1994 con l’esigenza di coordinare, rappresentare, integrare ed ottimizzare il lavoro delle cooperative sociali del perugino e del Trasimeno che operano dalla fine degli anni ’70 nella promozione, attivazione e gestione dei servizi alla persona. 

Le Cooperative che hanno fondato Auriga sono:

  • Cooperativa A.S.A.D. attiva dal 1977;
  • Cooperativa BORGORETE nata dall’unificazione delle cooperative IL BORGO e LA RETE (attive dal 1979);
  • Cooperativa NUOVA DIMENSIONE attiva dal 1981;
  • Cooperativa POLIS nata dall’unificazione della Cooperativa LASCIAA (attiva dal 1981) e della Cooperative A.L.S.S (attiva dal 1984).

Nel corso del 2013 si sono associate al consorzio le Cooperative di Tipo “B”:

  • Cooperativa B-KALOS
  • Cooperativa B-LABOR
  • cooperativa CASSIOPEA EMPORIO LAVORO
  • Cooperativa SOLE VERDE

La storia delle cooperative socie di Auriga attraversa diverse fasi che riflettono i cambiamenti avvenuti nel corso di trent’anni, dimostrando di avere un notevole livello di flessibilità di fronte a quanto di nuovo si produce nel vasto campo delle Politiche sociali.

PRIMA STAGIONE: PIONERISTICA

All’inizio degli anni ‘70 l’ambiente è molto ideologico, i malati sono rinchiusi nei manicomi, i disabili reclusi in casa o negli istituti, i minori negli orfanotrofi.

Contesto Legislativo: Dpr 616/77 , L833 /78 , L180/78

Nasce la cooperazione. Iniziano i servizi di assistenza domiciliare rivolti a persone anziane e persone con disabilità, poi gli altri servizi (residenziali, semiresidenziali, territoriali) rivolti a diverse fasce di cittadini. La territorialità diventa un elemento fondante per la costruzione di progetti volti alla prevenzione del disagio sociale. I servizi all’inizio sono rivolti all’offerta privata si attivano attraverso la committenza degli Enti Pubblici, principalmente le Unità sanitarie locali che gestiscono i servizi sociali per conto dei Comuni. Nascono i collegamenti con altre cooperative nazionali.

SECONDA STAGIONE: MERCATO SOCIALE (anni 1986-1991)

La legittimazione viene ora cercata nel rapporto con l’ente pubblico più che nei contesti sociali. La stagione del mercato vede la cooperazione crescere e definirsi come impresa secondo diversi aspetti: cura della professionalità; aumento del fatturato e del numero dei soci; gestione amministrativa e organizzazione di tipo aziendale.

TERZA STAGIONE: RICONOSCIMENTO E CONSOLIDAMENTO 

Con la Legge 381 /91 la Cooperazione che diventa “Cooperazione sociale” e viene riconosciuta la funzione pubblica di “perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale  dei cittadini”; le cooperative sociali si distinguono nelle due tipologie A e B .

Vengono progettati e realizzati servizi innovativi: assistenza domiciliare educativa, unità di strada, riduzione del danno, centri di accoglienza ed ascolto per immigrati, nuove tipologie di servizi per la prima infanzia (spazio gioco), turismo sociale. La formazione diventa centrale: si cominciano a definire i profili professionali degli operatori e del management.

Le cooperative iniziano a lavorare nei sevizi psichiatrici: nelle prime fasi all’interno dell’ex Ospedale psichiatrico, in seguito anche a seguito dell’onda dei movimenti anti-istituzionali contribuiscono a chiudere l’ospedale psichiatrico di Perugia attivando una rete di servizi aperti nei territori, offrendo attività riabilitative e di inserimento sociale.

Nei primi anni 2000 le cooperative ottengono la certificazione di qualità.

STAGIONE ATTUALE: RIFLESSIVA E INNOVATIVA

La cooperazione sociale riflette oggi sul senso e sul significato della propria azione; su quale sociale si stia contribuendo a costruire: un sociale dei diritti o della  beneficienza? Che socializza i problemi oppure li privatizza? Che genera legami sociali oppure punta a soddisfare e a saturare domande?

Le cooperative socie di Auriga ritengono che si debba ripartire dalle comunità locali: un Welfare dal basso che veda la compartecipazione delle associazioni della società civile e dei cittadini attivi. Il progetto comunitario si fonda sul forte radicamento nel territorio, attraverso una stretta collaborazione con l’associazionismo e il forte perseguimento della giustizia sociale (rilanciando il dono e la gratuità). Un Welfare Culturale, che metta in connessione i temi sociali, culturali e quelli legati alle ricche tradizioni storiche delle nostre città.

E’ necessario ricostruire un pensiero collettivo, sviluppare un laboratorio di pensiero per immaginare modalità innovative, realizzare sistemi a rete di servizi sociali che vedano attingere anche e soprattutto da risorse private.

Stiamo assistendo a cambiamenti profondi e radicati nel contesto sociale, dal lato dei bisogni e della domanda, con una richiesta di personalizzazione sempre più marcata, e una sempre maggiore scarsità di risorse. Le Cooperative si stanno impegnando sull’innovazione sia dei servizi esistenti, coinvolgendo sempre di più le comunità locali e le persone che li ricevono, sia sul versante della conoscenza, attivando ad esempio nuove tecnologie per la vita indipendente.

Per innovare oggi servono grandi quantità di risorse. Le cooperative da sole non ce la possono fare e hanno sempre più bisogno di solidi legami consortili e di costruire nuove alleanze con i soggetti del mondo profit in linea con  la Social Innovatin Europe che persegue la volontà di rispondere a bisogni sociali insoddisfatti e cerca di soddisfare i bisogni dei gruppi vulnerabili della società.

Innovazione sociale è anche la capacità di innescare i cambiamenti comportamentali che sono necessari per affrontare le principali sfide delle società contemporanee (Barroso).